Guido Monte

@

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@Per un multilinguismo cosmopolita

 

Anche se questi sono i tempi dei nazionalismi, dei falsi patriottismi, delle proposte di secessione regionale, si parla ancora però di cosmopolitismo, per fortuna, e non solo quando si studia lfIlluminismo! Se ne parlava anche nel mondo antico; Cicerone nelle Tusculanae disputationes ricorda come Socrate, a chi gli chiedeva di che nazionalità fosse, rispondeva gmundanush, cittadino del mondo.

Essere gcosmopolitih non significa, naturalmente, rinnegare le proprie radici, anzi; dfaltra parte, come dice Paolo, non siamo noi a portare le nostre radici, sono loro che portano e sostengono noi. Più affascinante è cercare di capire se le radici dei popoli possano avere una matrice comune, archetipica. Si sono arrischiati per questi tortuosi sentieri scrittori come Schurè, ne I Grandi Iniziati, linguisti (per es. Semerano nelle Origini della letteratura europea), poeti (Pound, Joyce nel Finnegans Wake, Eliot), psicanalisti e mitologi ( Jung, Grof, Campbell ). Ho cercato di sviluppare questfidea nella mia Interior mind , che qui ripropongo.

 

With the Golden Bough, you enter

                 the earth wide opened mouth

to the subterranean sky,

 to the very end of darkness

 and hollow, under the dull light

                      @@@@@@@@of the black sun­

you pass oceans of shadows,

 beaches of fallen leaves,

the Angelus Novus who lets not looking backwards

 people cross - you overtake the Father,

 enlightened  by fires of future lives,

pointing to the ivory door of misleading dreams.

An interior, hidden mind spreads around the universe -                                                             

  if eyes opened even for a moment,

 they could see how things really are:

 slow drops of rain on a window pane. @

(vedi: http://www.nobleworld.biz/pages/1/index.htm )

 

Se ammettiamo che alcune idee archetipiche siano comuni tra gli abitanti del nostro pianeta, allora è borgesianamente possibile dire che sia stato scritto un solo gLibroh testimonianza dellforiginaria e permanente unità culturale del mondo, che è lfinsieme di tutti i frammenti gbabelicih scritti e pensati dagli uomini che ovunque e da sempre sono alla ricerca della verità profonda delle cosec

@Le diverse lingue possono essere accostate e gmescolateh tra di loro, proprio per sentire vicino ciò che apparentemente è lontano nello spazio e nel tempo : se proviamo ad esempio a ritradurre i primi versetti della Genesi @o di qualsiasi altro grande testo sacro in due o tre lingue diverse dallforiginale, ci accorgiamo che i nuovi e diversi suoni, indipendentemente dalle nostre conoscenze linguistiche, ci suggeriscono sensi e vibrazioni nuove, universali, cosmiche che la semplice traduzione nella nostra sola lingua dforigine non riusciva a darci: ci svelano in ogni caso la complessità dei vari livelli di lettura del testo.

 

and the land was left barren

et les ombres noires

enveloppaient les profondeurs

et aura divina

super oceani undas

 

[and the land was left barren,

the depths enveloped in black shadows,

@the divine aura

@on the ocean waves]

@(vedi: http://www.wordswithoutborders.org/article.php?lab=Genesis )

 

È possibile accorgersi di questo, al di là della vera e propria contaminazione multilinguistica, anche semplicemente traducendo un frammento poetico qualsiasi in una successione di due o tre lingue, per esempio in inglese, francese e italiano ; eccone un paio di esempi, gspezzandoh pochi versi virgiliani di un libro dellfEneide, o di una famosa ecloga dello stesso autore: il contesto non ha più importanza, i nuovi @gnucleih autonomi di idee si trasformano quasi in @haikai giapponesi, che vivono una @loro vita grinnovatah allfinterno di una rinnovata immagine cosmica.

 

 

 

@@@@@@@@@@@@@@@@Tempus @( Vergilius, Aeneis X, 467-468 )

 

@@@@@@@@@stat sua cuique dies

 

breve et irreparabile tempus

@@@@@@@@@@@@@omnibus est vitae

 

tutto è scritto,

anche il tempo breve

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@e senza ritorno

@@@@@@@@@@@@@@@@@dellfuomo

 

everything is written, @@

@@@@@@@@@@@@@@@@@@also manfs brief,

@@@@@@@@no returning time

 

chacun a son destin

et le temps de lfhomme

est bref @@@@@@et sans retour

 

@@@@@@@@@@@@@@Evening @@@(Vergilius, Bucolica I, 82-83)

 

et iam summa procul villarum

@@@@@@@@@culmina fumant

 

maioresque cadunt @@altis de montibus

umbrae

 

già si vede il fumo delle case

@@e alte ombre

@@@@@scendono da alte montagne

 

and the smoking houses already visible

while long shadows come down

@@@@@@@@@@@@@from tall mountains

 

et déja on voit la fumée des maisons

@@@@@@@@@@et des ombres grandes

descendent de hautes montagnes

( vedi www.scriptamanent.net/scripta/ public/dettaglioNewsCategoria.jsp?ID=1000657,

oppure www.litterae.net/Trad%20Virgil.htm )

 

Concludo con un altro mio « esperimento » multilingue, che è stato quello di accostare in comuni idee archetipe versi di di disparati autori della letteratura mondiale: in questo caso Virgilio, Dante e Blake. Se amalgamiamo insieme gli originali, facendo seguire una traduzione anglo-italiana (inglese per Virgilio e Dante, italiana per Blake), il risultato va ben oltre la semplice proposta intertestuale tipica degli studi di letterature comparate: sembra quasi che sia una sola mano a scrivere composizioni a sé stante, a dispetto delle distanze di parecchi secoli o di migliaia di chilometri. Ho tentato proprio questa via nel lavoro Kamm além , e @a questo suo frammento ho dato il titolo As if a dream.

 

@@@@@@@@@As if a dream (come in apparenza di sogno)

(Virgilio, Aeneis VI, 893-898; Dante A.,Divine Comedy, Inferno @XXXIV, 139;

@W.Blake,The Book of Thel, Thelfs Motto)

 

  @like a reflection in a glass,

like shadows in the water

@@@@@@@@@like dreams of infants

like a smile upon an infantfs face

sunt geminae Somni portae

@@@@@quarum altera fertur cornea

@@@@quae veris facilis datur exitus

@@@@@@@@@@@umbris

@@@@@@@@@@@@@@@@@@altera @@candenti

@@@@@perfecta nitens @@@elephanto

sed falsa ad caelum mittunt

@@@@@insomnia @@@@@@@@Manes-

@@@@@@@his @@ubi tum natum @@@Anchises

@@@@@@@@@@@@@@@unaque Sibyllam @@@@@prosequitur

@@@@@@dictis @@@@@@@@@@@@@@@@@@portaque emittit eburna

e quindi uscimmo a riveder le stelle

@

(come riflessi sul vetro

come ombre sullfacqua

come sogni di bambini

come il sorriso di un piccolo viso

there are two Dream doors;

the real shades can easily go out,

through the horny door-

Manes send lying dreams to the world,

through the snow ivory doorc

yet talking, Anchises takes his son

@@@@@@and Sibyl through the ivory door

@@@@@and lets them out

then we went out to see the stars) @

(vedi http://www.mid.muohio.edu/segue/index.htm).

 

Nota: lfautore ringrazia Samuele Caruso per la Sua collaborazione tecnica